Ancora una volta uno spreco di denaro pubblico combinato con sfruttamento del lavoro e scuole non adeguatamente pulite e ristrutturate. Accade con la proroga del 30 luglio presso la presidenza del consiglio dei ministri tra il sottosegretario Claudio De Vincenti le organizzazioni sindacali e imprenditoriali delle imprese che gestiscono gli appalti delle pulizie. E' stata così depositata la denuncia del M5S alla Corte dei Conti contro le esternalizzazioni più dispendiose della storia della repubblica.
Una proroga che potrebbe essere l'ultima se la volontà del governo di trovare una soluzione definitiva per i lavoratori che nella scuola operano da diversi anni, esclusivamente alle dipendenze delle imprese di pulizia, fosse confermata. Garanzie che, invece, si sarebbero ottenute se in parlamento fosse stato approvato il mio emendamento al decreto PA. La proposta emendativa auspica una reinternalizzazione nelle istituzioni scolastiche dei servizi di pulizia e ausiliari, nonché delle funzioni riconducibili ai ruoli di assistente amministrativo o tecnico. Se approvata la proposta emendativa avrebbe comportato che con l’inizio del prossimo anno scolastico le pulizie nelle scuole sarebbero tornate ad essere di esclusiva competenza dei collaboratori scolastici dipendenti dal ministero dell’istruzione. Ai lavoratori impegnati per conto delle imprese di pulizia nelle istituzioni scolastiche statali in compiti di pulizia o in lavori riconducibili a funzioni di assistente amministrativo o tecnico da almeno tre anni sarebbe stato consentito inclusione nelle graduatorie provinciali e di istituto utilizzate sia per il conferimento di incarichi a tempo indeterminato che per quelli a tempo determinato. Una operazione quest’ultima che non avrebbe comportato un maggiore esborso da parte dello Stato dal momento che i suddetti lavoratori sarebbero andati a coprire solo i posti in organico nelle scuole interessate ( intorno ai 12 mila) non coperti da personale di ruolo o incaricato annuale di nomina da parte dell’amministrazione scolastica.