28 aprile 2014

IN CAMPANIA I DIRIGENTI SCOLASTICI NON FIRMANO IL CONTRATTO CON LA MANITAL



PER I COLLEGHI CAMPANI:
Stamattina si è svolta una Riunione al Centro Direzionale di Napoli fra i Presidi Scolastici e i Responsabili della Manital. I presidi stamattina non hanno voluto firmare i contratti con la Manital Idea. Si lamentano sul servizio e dicono che non gli sono chiari molti aspetti del Contratto e che fino a che non gli saranno chiariti dal MIUR non firmano...anche perchè sembra che la Manital chieda la retribuzione piena per il mese di Aprile invece che le 2 ore al giorno causa cassa integrazione. I dirigenti lamentano anche poca chiarezza nella procedura retributiva che è calcolata a metri quadro e non comprendono come potrebbero  acquistare i servizi di ausiliariato. IN CONCLUSIONE ANCHE I DIRIGENTI SCOLASTICI HANNO TANTISSIME PERPLESSITA NON SOLO LA USB E NON COMPRENDENDO E NON AVENDO ASSICURAZIONI SCRITTE SU QUANTO LAMENTANO ...NON FIRMANO. Domani una delegazione di Dirigenti scolastici mi risulta debba essere riecevuta al MIUR per chiarire tutti questi aspetti.
TUTTO QUESTO A MIO AVVISO RAFFORZA LA RICHIESTA DI INTERNALIZZAZIONE DEL SERVIZIO DI PULIZIA ATTRAVERSO L'ASSUNZIONE ATA DEGLI EX LSU CHE PROPONE LA USB.

22 aprile 2014

L'INCIUCIO - I sindacati e l'abbuffata dei corsi di formazione



Ecco il "grande" business dei corsi: sindacati e Regioni si mangiano 1,6 miliardi di euro. E i lavoratori restano disoccupati
Stefano Filippi - Lun, 20/02/2012 - 09:39
 
 Dovrebbe essere il grimaldello per riprendere tanti posti di lavoro, l’arma anti-precari, l’alternativa alla cassa integrazione. Invece è uno scandalo nazionale. La formazione professionale è un business che procura una montagna di soldi ai professionisti dei corsi e una valanga di delusioni ai disoccupati.
Assenza di controlli, truffe, avidità degli organizzatori - tra cui primeggiano i sindacati e le associazioni di categoria, difensori più di se stessi che dei lavoratori – spesso vanificano l’utilità dei corsi.
UN FIUME DI DENARO
Il denaro arriva soprattutto dal Fondo sociale europeo. Secondo l’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) le risorse complessive disponibili ammontano a 1,6 miliardi di euro l’anno: ai finanziamenti Fse si aggiungono stanziamenti ministeriali (Welfare e Istruzione), regionali e dei Fondi interprofessionali alimentati dal prelievo obbligatorio dello 0,30 per cento sui salari.
È una delle spese più basse d’Europa: la Germania investe quattro volte di più, la Spagna tre. La torta potrebbe però presto aumentare con circa 8 miliardi di euro oggi usati per la cassa integrazione. Nella riforma dell’articolo 18, infatti, il ministro Elsa Fornero ipotizza di ridurre gli ammortizzatori sociali a favore della riqualificazione professionale. È la filosofia della «flexsecurity»: ti licenzio ma ti aiuto a trovare un diverso impiego.
IL LAVORO CHE C’È
I corsi di formazione dovrebbero dunque adeguare i disoccupati alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Le forme sono molteplici: orientamento, tirocinio, apprendistato, consulenza, borse di lavoro. Una ricerca dell’Isfol presentata lo scorso novembre mostra la crescita delle professioni elementari e la stagnazione di quelle molto specializzate. Il lavoro non mancherebbe, secondo le statistiche. Unioncamere calcola che nel 2011 sono rimasti vacanti quasi 120mila posti per la mancanza di professionalità adeguate: commessi, camerieri, operatori informatici, contabili, elettricisti, ma anche operai specializzati, infermieri, autisti di pullman, fornai.
Tra gennaio 2010 e giugno 2011 (dati Isfol) sono state erogate 95mila ore di formazione continua con il coinvolgimento di 61mila imprese e quasi due milioni di frequentanti. Nell’ambito dell’istruzione professionale scolastica, secondo il Rapporto 2010 elaborato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, il 30 per cento di chi ha conseguito una qualifica trova lavoro entro un mese, il 31 per cento entro sei mesi mentre un quinto resta disoccupato.
IL CAOS NELLE REGIONI
Ma i dati nazionali rappresentano una media che non trova riscontro effettivo nella realtà.

La formazione professionale compete alle regioni. E sono elevatissime le disparità. A cominciare dalla quantità di soldi spesi: in testa si trova l’Emilia Romagna con 395,5 milioni di euro; in coda soltanto regioni del Sud. Nel triangolo Lombardia-Veneto-Emilia molte realtà formative funzionano, altrove è una giungla.
Prendiamo il caso Sicilia, regione con un tasso di disoccupazione doppio rispetto alla media nazionale. La Corte dei conti ha quantificato in 1,9 miliardi di euro i fondi Fse riversati nell’isola dal 2003 al 2010, cui si aggiungono altre decine di milioni per finanziare gli uffici pubblici per l’impiego. Soldi che sono andati a sovvenzionare l’esercito di 400 enti accreditati e i loro 7.300 stipendiati. Per ogni corso di formazione ha infatti trovato un posto soltanto un disoccupato e mezzo.
«L’effettivo avviamento al lavoro di un giovane siciliano costa ai contribuenti 72mila euro», ha detto il procuratore della Corte dei conti. I formatori non risolvono i problemi di occupazione altrui, ma i propri sì. E il 60 per cento delle assunzioni come addetti alla formazione (metà docenti, metà impiegati) è avvenuto dal 2000 in poi, con picchi nel 2006 e 2008, alla vigilia delle elezioni.
UN BUSINESS PER I SINDACATI
Le lezioni sono organizzate da una miriade di realtà: in primo luogo i sindacati e le associazioni di categoria, e poi enti locali, professionisti, consulenti, enti legati a partiti politici. Non c’è un programma preciso né uno svolgimento standard; possono durare da 10-20 ore fino a 300-400. A volte i corsi prevedono sussidi mensili per gli iscritti, trasformandosi così in potenti macchine di consenso, e non garantiscono sbocchi. Non c’è un dato sintetico nazionale che indichi quanti corsisti riconquistino effettivamente un posto. In Veneto, una delle regioni più efficienti, trova lavoro subito soltanto un quarto dei neolaureati che hanno frequentato i master di Confindustria Venezia (il 47 per cento entro un anno). Sarà per questa sfiducia che a Treviso vanno deserti 40 posti su 100 per l’aggiornamento professionale offerti gratis da Unindustria ai lavoratori in mobilità.
Verifiche e rendiconti spesso sono obblighi non rispettati. Molte regioni non sono nemmeno in grado di valutare la qualità dei training e stabilire se i corsi si siano davvero svolti; ma i professionisti della formazione sono comunque abilissimi nell’accaparrarsi i fondi. Nel marzo 2010 la provincia di Firenze lanciò una gara da tre milioni e mezzo di euro per erogare circa tremila «voucher lavorativi». Di colpo in ognuna delle nove zone in cui era stato suddiviso il territorio nacque una cordata condotta da agenzie di formazione riconducibili a sindacati e categorie: a Firenze centro la Confesercenti, a Firenze nord la Cna, nel Mugello la Cgil, nel Chianti la Uil, eccetera. Nessuna sovrapposizione, nessuna concorrenza, secondo una regìa collaudata che tiene lontani i privati. Gli organizzatori avrebbero incamerato fino al 50 per cento delle somme disponibili, come rivelò l’assessore alla Formazione, Rosa Maria Di Giorgi. La Cna fiorentina specificò di trattenere «solo» il 25 per cento.
I tribunali di tutta Italia sono pieni di fascicoli su truffe, vere o presunte, sulla formazione professionale. Centinaia di migliaia di euro pubblici arraffati per istituire fantomatici corsi che non si sono svolti o non hanno prodotto lavoro. Tangenti per dimenticare «stage» inesistenti ma regolarmente finanziati. Amministratori pubblici, funzionari, imprenditori che intascano i fondi per il collocamento dei disabili. Nel 2011 la Guardia di finanza ha denunciato frodi con finanziamenti comunitari per 250 milioni di euro.
Negli ultimi mesi le cose stanno cambiando. La scure dei tagli falcidia anche la formazione professionale e le regioni sono in grave ritardo nei pagamenti. Diminuiscono i fondi strutturali e quindi anche i bandi. A breve arriverà in Italia un’altra task force di Bruxelles per scongelare le risorse del Fse 2007-13 non ancora spese. Ed entro aprile bisognerà definire la riforma dell’apprendistato con le intese collettive per ciascun settore. Tagli, lentezze e incertezze minano l’intero sistema della formazione: gli sprechi ma anche i casi di sostegno reale a chi cerca lavoro.

17 aprile 2014

VI POSTO IL REPORT DELLA RIUNIONE DI OGGI 16 APRILE AL MINISTERO DEL LAVORO CHE MI HA INVIATO IN QUESTO MOMENTO CARMELA BONVINO


L'incontro di oggi finito alle 23,00 circa si e concluso con un rinvio della conclusione dell'accordo al 5 maggio. Tale rinvio dovuto anche al malore del funzionario del ministero del lavoro che ha di fatto impedito la continuazione in notturna, si e' soprattutto determinato poiche' le aziende si sono rese indisponibili sia all 'anticipo del pagamento della cassa sia a riportare i parametri orari degli appalti storici ai livelli anteriori al taglio del 2010 non piu' coperti dalle casse in deroga regionali. Il ministero del lavoro ha chiesto ai consorzi e ai sindacati di arrivare al giorno 5 con un'accordo di massima su questi aspetti, ci saranno quindi incontri in sede nazionale tra consorzi e sindacati entro la fine del mese per discutere e approfondire questi aspetti legati alla definizione dei contratti e al pagamento della cassa. Il ministero del lavoro si e'impegnato a velocizzare i tempi di approvazione del decreto di cassa da parte dei ministeri competenti in tempi rapidi laddove si definisse un accordo senza anticipazione retributiva da parte delle imprese ..questo significa che, pur confermandosi la validita' di cassa dal 1 aprile a copertura delle riduzioni orarie, i soldi della cassa arriverebbero comunque dopo quanche mese.
ULTERIORI CHIARIMENTI CI SARANNO DATI DA CARMELA DOMANI DATA L'ORA TARDA.

15 aprile 2014

AGGIORNAMENTO DELLA VERTENZA EX LSU ATA SU RADIO ONDA ROSSA




IERI MI HANNO CHIAMATO DA RADIO ONDA ROSSA PER AGGIORNAMENTI SULLA NOSTRA SITUAZIONE LAVORATIVA....UN PEZZO MUSICALE E POI PARTE L'INTERVISTA...RINGRAZIO RADIO ONDA ROSSA PER L'ATTENZIONE CHE DEDICA ALLA NOSTRA VERTENZA.

CLICCA SU QUESTO LINK PER COLLEGARTI SU RADIO ONDA ROSSA E ASCOLTARE L'INTERVISTA:
 http://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/co-ex-lsu-ata-logistica-sul-corteo-del-12-aprile-wal-mart-e

14 aprile 2014

NELLE SCUOLE CONDIZIONI LAVORATIVE MADE IN CHINA


Le ditte e i responsabili aziendali  in Campania stanno girando sulle scuole riferendo ai lavoratori che in due ore devono garantire lo stesso carico di lavoro che svolgevano con le 7 ore....ASSURDO ! Parlano di 450 Mq all'ora...manco i cinesi hanno simili condizioni di lavoro. Questo significa che vogliono che le scuole e i bambini e le maestre che le frequentano vivano nella sporcizia...perchè in due ore non si può pulire 900 Mq.
Io personalmente in due ore riesco a pulire 3 aulette e un bagno ....non riesco a fare di più e non mi farò venire certo un'infarto per i lauti guadagni delle aziende. Non ho deciso io di espletare due ore nelle scuole e se il dirigente vorrà acquistare maggiori servizi rispetto alla capacità lavorativa di un ex lsu...lo faccia fare ai bidelli.

9 aprile 2014

TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE


A tutti i dipendenti della ditta MANITAL IDEA della Campania e Sicilia:

Oggi è arrivata quest'ordine di servizio della ditta Manital Idea sulle scuole. Ci comunica che dovremo lavorare solo 2 ore al giorno dal 9 aprile al 15 aprile. Dal 16 aprile al 24 aprile invece ci comunica che faremo solo cassa in deroga... io capisco che voglia dire che durante la sospensione pasquale la ditta non ci retribuirà le 2 ore al giorno. Poi dal 28 aprile al al 30 aprile retribuira nuovamente due ore al giorno e il resto cig...idem il mese di maggio.

Tale comunicazione sta gettando nel panico tutti i dirigenti scolastici che finalmente si stanno rendendo conto che l'accordo sottofirmato il 28 non penalizza solo gli ex lsu ma anche la stessa scuola.

I lavoratori exlsu da oggi garantiranno quello che riusciranno a pulire in due ore di lavoro ...il resto rimarra un problema della scuola.

Buona Pasqua a tutti.